Hinterland

Coro di cani abbaianti gli uni agli altri
ognuno a guardia del suo metro recintato
ogni cancello un cartello -attenti al cane-
e occhiute telecamere occhieggianti
un sette piani e un oceano di casette
sole o a schiera ordinate in battaglioni
un consumo di suolo demenziale
per raccontarsi di vivere in campagna

Tra una colata di cemento e l’altra
stazioni di servizio e ipermercati
strutture industriali abbandonate
enormi capannoni e strade a josa
alla -Distributiva Logistica- votate
definizione direi creata apposta
per impedirmi di farci una canzone
senza sacrificare la metrica ed il ritmo

Le quattro case del nucleo originario
si fregiano del nome -Centro Storico-
fino a ieri erano solo catapecchie
ma oggi sono davvero diventate
le poche mura a ispirare simpatia
in questo monumento all’individuo
in cui va trasformandosi ogni campo
visto che a coltivarlo rende meno

Sono uno snob lo so me l’hanno detto
e chi lo ha detto di certo non ha torto
ma mi fa pena ogni albero che cade
e rabbia lo scempio di ogni prato incolto
spalmato di catrame e di rotonde
che vanno da qui a là senza un motivo
e rendono necessario Google Map
per lasciare quel dedalo e scappare

Anche a me piacerebbe non lo nego
di starmene da solo se lo voglio
con un cane (se promette di star zitto)
quattro gatti e magari un merlo indiano
ma andrei a farlo in un posto in cui non cresce
nemmeno un cetriolo o un rapanello:
qui la terra che c’è va conservata
perché mi han detto che altra non ne fanno

3 luglio 2021