02 – Fermarsi, parlare, spartire


Fermarsi, parlare, spartire

E’ una fatica coltivare l’odio,
e a me sembra una fatica sprecata:
se chi ci governa governa male,
abbiamo il cervello, la piazza, il voto,
e per chi imbroglia, mente o deruba,
basta il disprezzo, o la compassione.

No, non mi riesce davvero di odiare
proprio nessuno che viva e respiri,
che strisci o cammini, mugoli o parli,
a questi chiedo, voglio capire
che cosa li renda tanto diversi,
che cosa li spinga a odiare, perché.

Vorrei sapere se si fanno domande,
se non sopportano chi ha l’orto più bello,
se è sempre colpa del loro vicino
perché tanto povero da fare paura,
o se lo invidiano perché più ricco,
e neanche questo dovrebbe bastare.

Ci son le parole, c’è la ragione
per evitare di pensare gli altri
come nemici da annientare,
da depredare o da conquistare
a cannonate, o da bombardare,
basta, fermarsi, parlare, spartire.

Che senso ha questo spreco di senso,
tutto quest’odio che genera odio,
rancore e cumuli di rottami umani
indistinguibili tra nostri o degli altri,
solo macerie su cui ricostruire,
in cui rintanarsi, continuare a odiare.

Ma la realtà è che esiste il potere,
è questo il fine, questo lo scopo,
anche il denaro è soltanto un mezzo,
così come l’odio, le bombe, la morte!
Il potere, la droga che trasforma l’uomo,
che annichilisce la sua umanità,
lo priva dell’unica sua proprietà.

9 marzo 2025