Ai Cognoli

Di stagione in stagione
sui pioppi oscillano piano
frusciando le foglie
e si posano gli anni
più in basso tenace
l’abbraccio dei rovi
i selvatici meli i susini
i piccoli frutti ineguali
regali alle api agli uccelli
a ogni animale che voglia

le viti nascoste
avvinghiate alle more
cresciute tra i pampini
aggrovigliati
alle spine alle rose
alla terra spaccata
all’erba cresciuta
ignara di falce
che ingoia sentieri
lasciati per nuovi percorsi

lontani latrati
motori che s’odono appena
intravisti colori di latta
apparsi svaniti
pali dagli esili fili
che portano luce
alle case di sasso
sui fianchi dei monti
coperti di tronchi intricati
e scoscese pendici selvagge

ruderi abbandonati
inattese radure
legate da fossi tortuosi,
ora secchi ora acque violente,
fragore di pietre di rami
di rive travolte
strati di nuvole grevi
leggere e grigiastre
il vento che riempie l’azzurro
di pioggia di neve

il fumo del legno che brucia
in stufe di ghisa e camini
portando odore di casa
di casa in casa e il saluto
di gente che vive lontana
da oggi ancora per oggi
al riparo del rosso dei coppi
corrosi nel tempo dal tempo.
Al riparo del rosso dei coppi
corrosi nel tempo dal tempo.

7 maggio 2022

(da uno scritto del 2001 per Rosina Malacalza e Gianni Miotti)