Illusioni in saldo

E’ bastato che sbiadissero i colori
sotto la pioggia dei pianti e le pretese,
il rosso in arancione e quindi in giallo
e gli appestati, che si illudono sani,
come tori nelle stradine di Pamplona
si fiondano mugghiando l’un sull’altro,
come per una prima e ultima volta
di cappuccino e brioche, due passi in centro.

Come se dipendesse dal colore
dei conti in banca lo schiarirsi o meno
di un orizzonte che rimane fosco,
o come fosse un ammollo in candeggina
a decretare la fine della notte:
come reduci dal governo di un Ceausescu,
occhi affamati verso le vetrine
a guadagnarsi il prossimo diluvio.

Hanno ragione i giovani a sentirsi rapinati
di una birra e un’età che ormai dura all’infinito,
o i vecchi, che si sentono privati
del poco che han davanti da campare?
Chi può dirlo e chi mai ne avrà il diritto,
resta però soltanto la certezza
che nessuno per ora ha la magica pozione.
Quindi, cosa si fa, la roulette russa?

Però un’alternativa ci sarebbe
per far contento chi nega e chi non nega:
si riaprano i vecchi lazzaretti e però
con i pub, le piscine e discoteche
chi nega ci si chiuda e lì organizzi
la sua vita e quella dei suoi sodali.
Noi, gli altri, sacramentando, come è giusto,
decidiamoci a pagar musica e teatro:
musici e teatranti sono pronti
a consegnarci l’arte a domicilio

Soprattutto senza incolpare Tizio e Caio
se Dulcamara tarda ad arrivare!

14 dicembre 2020