Confini

Il muro del giardino confinava
con il bell’orto del capostazione
attraversato il quale era il binario
che prometteva il viaggio per Milano
l’orto della canonica forniva
cachi dalla sottile buccia ambrata
in trasparenza si contavano i semi
affogati in quel dolce esagerato

la vigna dietro la Cascina Vecchia
dava uva da vino nera e asprigna
che rubavamo tingendoci le mani
e scappando veloci ai contadini
I baffi scuri strappati alle pannocchie
fornivano tabacco a sigarette
avvolte in spessa carta da giornale
da fumare tossendo e lacrimando

nascosti dalla siepe del giardino
a leggere giornaletti di Mandrake
a giocare al dottore o per scappare
alla larga dai compiti da fare
al castigo per essere scappati
esserci arrampicati sull’abete
o andati al fiume senza domandare
trasgressioni ai confini consentiti

un trafficare continuo in gran segreto
per fare tutto ciò che era proibito
quando il confine in fondo altro non era
che tutto ciò che non potevano più fare
gli adulti superato il confine dell’età
delle giunture e del respiro corto
ecco perché invidio i bambini del vicino
che nonostante il muro di confine
insultano i miei timpani correndo
e saltando e gridando a perdifiato.

5 dicembre 2020