Stolido vagare
su piastrelle consunte
lungo un mare di nafta
tra cavalli meccanici
e tra insegne bugiarde
conficcate nel cielo
sopra aiuole stuprate
dalla mano dell’uomo.

Fiori come puttane
vomitanti colore
sul grigiore di gente
che si beve infelice
aranciate di noia
nel deserto di un bar
strapieno di gente
annoiata e infelice.

Mamme sole coi figli
e suoceri pensionati
che sfilano inquadrati
tra due file di palme
che sembrano cipressi
panchine come tombe
e seduta sui coperchi
gente che sta aspettando.

Tutto questo si chiama
in un posto di mare
bassa stagione
pattumiera di sogni
frantoio di illusioni
per chi ha sognato un anno
quindici giorni al mare
ed è finito qui.