XXXI^
31/1/2015

Ieri sera, come suppongo abbiano fatto in molti, ho acceso il televisore per sentirmi dire, come da previsioni, che non avevamo un Presidente, almeno non ancora…

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Ieri sera, come suppongo abbiano fatto in molti, ho acceso il televisore per sentirmi dire, come da previsioni, che non avevamo un Presidente, almeno non ancora. Va bene così, mi sono detto, se una manciata di zucchetti cremisi non riescono a mettersi d’accordo facilmente su chi deve fare il Papa, figurarsi se questo accade con centinaia e centinaia di politici la cui principale occupazione, e preoccupazione, è quella di non smuovere eccessivamente le acque, all’insegna del “tengo famiglia”. E, aggiungo malignamente io, se questa preoccupazione la definiscono “avere un ideale e dei principi” sembra persino che si tratti di una cosa seria e suona molto meglio. Perché parlo così? In primo luogo perché tutta questa manfrina su scheda bianca, scheda nulla, andare in bagno, giochiamo all’Aventino, invece no, ordini di scuderia, cosa mi dai se io ti do, votando nomi che, si sa già e lo sa anche la famosa casalinga di Vigevano, vengono usati solo per giustificare il proprio passaggio votante nel tunnel, bè, scuserete se mi nausea e mi infastidisce molto. Siamo seri: cosa significa far leggere all’esausta Presidente della Camera che l’eroica Castellina ha preso trenta voti, che Imposimato ne prende un centinaio per la terza volta, che il buon Bersani ne prende addirittura due mentre Razzi ne prende quattro? Ci sono quattro analfabeti in parlamento che votano Razzi…, magari dandosi di gomito e dicendo “..fatti li cazzi tua…”. Cos’è, una puntata di “Scherzi a parte” o davvero stiamo cercando così una persona che rappresenti nel mondo sessanta milioni di italiani? Persino una ventina di voti insultanti alla signora Bonino, travestiti da tributo di stima, quando è universalmente noto che tutti, ma proprio tutti questi strapagati cialtroni sanno già chi è il prossimo presidente dello stivale. Che avrebbe invece un estremo bisogno di qualcuno che lo risuolasse con amore, lo lucidasse, che gli mettesse sulla punta i ferretti di antica memoria. E poi lo calzasse per prendere a calci i “grandi e piccoli elettori”. Grandi e piccoli ricattatori mi sembra più appropriato. Quanto ci costa questa farsa? Quanto costa, a un paese che non riesce a far quadrare i propri conti, questa noiosa rappresentazione, con un migliaio di attori scadenti in scena? Tra una dichiarazione densa di significato di un saccente pentastellato, e quella di un altro sapiente Carneade rappresentante un altro 2% di elettorato, un cameraman, non si sa se annoiato, distratto, più verosimilmente schifato, inquadra la senatrice Finocchiaro che abbraccia e bacia, ricambiata, il senatore Gasparri. Gasparri? Ma signora, non ha sottomano nulla di meno disgustoso?