XXVII^
4/1/2015

Chiedo scusa per la latitanza, dovuta a qualche giorno di vacanza in Friuli, ospite con mia moglie in casa di amici. Non so se vi è mai capitato di…

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Chiedo scusa per la latitanza, dovuta a qualche giorno di vacanza in Friuli, ospite con mia moglie in casa di amici. Non so se vi è mai capitato di trascorrere le cosiddette feste natalizie in casa di friulani. Non so neppure se tutti i friulani abbiano le abitudini alimentari dei nostri amici, so per certo che quattro chili di mascarpone e quaranta uova, solo per fare la cremina da mettere sul panettone, costituiscono una miscela che ho affrontato e gustato solo là. Ora, dopo cinque giorni impiegati prevalentemente a consumare quanto di commestibile e di ingurgitabile c’era in quella casa, siamo tornati a un regime alimentare meno impegnativo, quindi sto riacquistando, seppur lentamente, la lucidità necessaria ad affrontare argomenti seri. Rientrando a Milano dopo un viaggetto, ho l’abitudine di guardarmi attorno, così, per vedere se è accaduto qualcosa di nuovo, se qualcuno dei lavori in corso in città sia per insperato caso giunto a compimento. Confesso che solo a nominare gli argomenti seri mi viene voglia di tornare dai nostri amici perché provvedano a riottenebrarmi la mente: vivere qualche giorno in una città pulita, ordinata e accogliente come Udine, levitando in una nebbiolina composta in parti uguali da affetto, frico, panettone con la cremina, buon vino, portici accoglienti sotto i quali passeggiare senza sentirsi circondati dal cattivo gusto, chiacchierare, magari un po’ confuso a causa del numero di partecipanti a discorsi e libagioni, ascoltare buona musica e dormire ad libitum, beh, è cosa alla quale anche un brontolone rompiscatole e sinistrorso come me cede senza opporre resistenza. Insomma, sto dicendo che solo grazie ai postumi di questa rilassante vacanza oggi non parlerò di quei due obbrobri irti di tubi e privi di senso che hanno interrotto una delle rare prospettive che Milano possiede, cioè la direttissima Duomo – Castello Sforzesco, all’unico scopo di sciorinare un mercatino rionale di rutilanti inutilità targate Expo, e, naturalmente, di cancellare alla vista una delle massime attrattive della città stessa. Non domanderò neppure come mai la pavimentazione stradale davanti alla Galleria Vittorio Emanuele, abbastanza recente da far supporre che debba resistere spavaldamente alle passeggiate dei passanti, visto che si parla del lastricato della più importante isola pedonale cittadina, invece sprofondi e vada in pezzi. Nemmeno chiedendo perché il piazzale antistante la Stazione Centrale, che sembrava finalmente aver conquistato un aspetto definitivo dopo decenni di cantieristica, incomprensibile per durata e scopo, è già anch’esso a pezzi e da rifare: enormi lastroni granitici spezzati dal peso delle bancarelle che solitamente accolgono festose e ammalianti i visitatori dell’aspirante metropoli. Potrei persino spingermi, se solo ne avessi voglia, a proporre l’interdizione per chi ha firmato il crudele e stupidissimo progetto del parcheggio dei taxi di fianco alla stazione, oppure chiedere quale misterioso criterio conduce uomini, mezzi e soldi ad accanirsi contro un innocente incrocio, rendendolo pericoloso e impraticabile, apparentemente al solo fine di piantare quattro alberelli destinati, ammesso che sopravvivano, a svellere la pavimentazione appena posata. Essendo io ragionevolmente maligno, azzardo: pure per regalare spazio a tavolini e sedie della pletora di bar e ristoranti che affligge l’importante crocevia tra la via Muratori e la via Vasari. Si potrebbe obbiettare che parlo sempre di Milano, ma il guaio è che questa città continua a proporsi, e a essere accettata, come faro del progresso e della modernità nella perigliosa e incerta navigazione della nave Italia, e di conseguenza ciò che qui accade prima o poi finisce per essere imitato in tutto il paese. Ma avevo detto che non avrei detto, quindi, anche se in ritardo, mi taccio. Godiamoci in pace quest’ultimo scampolo di vacanze: non c’è fretta. La Befana si porta via le Feste, ma i problemi ce li lascia tutti qui, non c’è dubbio: non mancheranno certo gli argomenti utili a riempire bottiglie parlando d’altri argomenti. Vado a vedere se è rimasto un po’ di panettone.