III^
21/7/2014

Che dire?
Se qualche centinaio di deputati di questa repubblica, che in quanto tali risultano essere pure “onorevoli”, hanno sostenuto in parlamento la tesi dell’imperatore Silvio Lucignolo, e se persino la Corte d’Appello….

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Che dire? Se qualche centinaio di deputati di questa repubblica, che in quanto tali risultano essere pure “onorevoli”, hanno sostenuto in parlamento la tesi dell’imperatore Silvio Lucignolo, e se persino la Corte d’Appello del tribunale di Milano ha deciso di farla sua, tocca ammettere che il povero imperatore è davvero un perseguitato politico. La subdola Ruby lo ha raggirato, con la complicità dello zio Hosni il Cattivo, il funzionario di polizia che l’ha consegnata a una di passaggio ha agito di testa sua, e morta lì, non se ne parli più. Spero che a nessuno venga in mente di buttare via altri soldi e altro tempo ricorrendo in Cassazione, anche perché, visti i ritmi tribunalizi, il rischio è quello di arrivare dopo il Bruto di turno. Mi sembra che il povero Silvio Lucignolo ne abbia attorno parecchi, ora che il suo smalto mostra crepe vistose. Nessun giudizio su Bruto, né su quello originale e nemmeno su quelli allevati a Palazzo Grazioli: dico solo che il vecchio imperatore mi muove ormai a compassione, pur non essendomi assolutamente diventato simpatico. D’altro canto il tempo è inclemente con me, ma anche con gli imperatori. Bello, a detta di sua mamma, carismatico, intelligente, intonato, spiritoso, a detta della sua corte, ricco e furbo, detto da me, eppure costretto a mettere continuamente mano al portafoglio, al libretto degli assegni e al listino di Montecitorio per trovare quattro sgallettate, e quattro semidiroccati come lui, disposti a fargli compagnia nelle sue tristi serate briantee! Le uniche signore che lo amano con sincero trasporto sono quelle che manifestano davanti ai tribunali, o che lo aspettano fuori da ogni portone dal quale la sua macchinona nera, ovviamente tedesca, si spera che esca. Loro sono lì, loro sì fedeli e disinteressate, disposte a farsi travolgere dal muro di gladiatori in nero e ornati di auricolare, pur di sfiorare il vetro di un finestrino, dietro il quale il volto dello stanco imperatore appare, benedicente. Povero Silvio Lucignolo: ce ne fosse una, almeno una di quelle malinconiche grupie, al cui confronto la tanto disprezzata Frau non appaia come una coniglietta di Playboy!